garantedetenutilazio.it, 4 marzo 2022
Dal 20 al 23 aprile la prima “Spring School del Centro “Diritto penitenziario e Costituzione - European penological center”. È stato pubblicato sul sito del Dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli studi Roma Tre, il bando di ammissione alla prima Spring School del Centro “Diritto penitenziario e Costituzione - European penological center” in tema di pena e nuove tecnologie, che si terrà dal 20 al 23 aprile c.a. a Ventotene. A organizzare il corso è il Centro diritto penitenziario e Costituzione - European Penological Center che promuove la formazione su temi connessi all’esecuzione penale, contribuendo alla valorizzazione dei luoghi della memoria carceraria. Il tema scelto per la prima edizione della Spring School è “Pena e nuove tecnologie tra ‘trattamento’ e ‘sicurezza’”,
di Massimo Villone
Il Manifesto, 4 marzo 2022
Costituzione e guerra. Si pone una domanda sulla compatibilità con la Costituzione della linea emersa dalle dichiarazioni di Draghi e dalla risoluzione approvata in parlamento sul conflitto in Ucraina. Una domanda legittima, che non vede risolti tutti i dubbi in uno scenario di guerra che può incidere sugli equilibri geopolitici globali.
di Carlo Lania
Il Manifesto, 4 marzo 2022
In commissione affari costituzionali. Presentato il testo unificato. Ma la Lega già attacca: “È uno ius soli mascherato”. Il presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera Giuseppe Brescia (M5S) mette subito le mani avanti nella speranza di evitare strumentalizzazioni: “Lo dico con chiarezza: nel testo proposto non c’è lo ius soli.
di Giovanna Casadio
La Repubblica, 4 marzo 2022
Inizia l’iter a Montecitorio. In commissione Affari costituzionali il presidente grillino Brescia ha illustrato la riforma: “È in classe che si costruisce la cittadinanza”. Due articoli che cambiano la legge sulla cittadinanza, ma che non hanno nulla a che vedere con lo ius soli, di cui si è parlato per decenni. Oggi in commissione Affari costituzionali della Camera, il presidente grillino Giuseppe Brescia ha illustrato la riforma che ha chiamato “ius scholae”. I circa 800 mila bambini figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia, potranno diventare italiani a tutti gli effetti, a patto che abbiano fatto almeno un ciclo di 5 anni di scuola.
di Leonardo Fiorentini e Marco Perduca
Il Manifesto, 4 marzo 2022
Nel bocciare il referendum che depenalizzava la coltivazione della marijuana, la Consulta chiama in causa le Convenzioni Onu. Sono mutate le interpretazioni. Il mondo lo sa, Roma no. Tra i motivi per cui il referendum cannabis è stato dichiarato inammissibile c’è la violazione degli obblighi internazionali della Repubblica italiana derivanti dalle Convenzioni Onu.
di Eugenio Occorsio
La Repubblica, 4 marzo 2022
Intervista all’ex presidente della Consulta: “Per i foreign fighter le pene sarebbero severe, evitabili solo se avessero il consenso del governo”. Giovanni Maria Flick, prestigioso costituzionalista, già presidente della Consulta e ministro della Giustizia, vuole vederci chiaro nel dedalo normativo da rispettare “nell’ora più buia” e la sua scrivania è sepolta da un’infinità di codici, leggi, decreti, a partire dalla Carta fondamentale.
di Liliana Segre
La Stampa, 4 marzo 2022
In giornate come queste ultime, le televisioni e i giornali ci riportano a qualcosa che non avremmo neanche immaginato lontanamente in Europa. Non avremmo immaginato di sentire così vicino a noi il rombo di cannoni, le case distrutte, le persone che piangono e muoiono. Io ho pensato ai quattro cavalieri dell’apocalisse perché, mi chiedo, cosa ci manca ancora? La pandemia l’abbiamo avuta, la guerra, l’odio, la morte, la fame.
di Emma Bonino
La Stampa, 4 marzo 2022
L’onda di rifugiati che accompagna ogni guerra sta arrivando anche dall’Ucraina. Alcuni dicono che si tratti di un milione di persone, altri ottocentomila, altri dicono che in Italia stanno arrivando mille persone al giorno che si aggiungono alla comunità ucraina in Italia che è la più grande, 240 mila persone di cui l’80% donne. Non è importante avere le cifre esatte, sappiamo che sono una marea. Da giorni noi di +Europa e la rete Erostraniero avevamo chiesto al governo di attivare una procedura europea, la direttiva 55 per la protezione temporanea che non è mai stata applicata né attuata prima d’ora, anche perché la Danimarca non l’aveva ratificata. E’ un dispositivo eccezionale che prevede la protezione temporanea in caso di un arrivo massiccio di stranieri che non possono rientrare nel loro Paese per guerre, violenza, violazione dei diritti umani in modo che ci sia un equilibrio dello sforzo dei Paesi membri. Verrà attuata in tutti gli stati dell’Ue quando il consiglio avrà deliberato l’arrivo massiccio di sfollati. Il governo italiano ha approvato martedì la risoluzione di maggioranza che chiede l’applicazione della direttiva 55. Mi resta il dubbio se la protezione temporanea si applica solo agli ucraini o anche a tutti quelli che erano sul territorio ucraino e stanno raggiungendo le varie frontiere.
di Claudio Tito
La Repubblica, 4 marzo 2022
Al Consiglio europeo dei ministri degli Interni la Francia media con i sovranisti: accoglienza solo per gli “stabilmente residenti”. Non siglare un accordo sarebbe stato uno schiaffo. In considerazione delle ultime previsioni sul numero dei profughi ucraini: otto milioni. Una cifra-monstre. Alla fine, allora, l’intesa in Europa si trova, all’unanimità. Anche i Paesi sovranisti di Visegrad l’hanno accettata. Verrà attivata la direttiva sulla protezione temporanea. È la prima volta nella storia dell’Ue. Tutte le persone “stabilmente residenti” in Ucraina verranno considerate rifugiati per almeno un anno. E quindi potranno circolare in Europa e godere di assistenza. E in quello “stabilmente residenti” si concentra la mediazione che ha permesso di dare il via libera alla direttiva.
di Guido Rampoldi
Il Domani, 4 marzo 2022
La guerra dell’Ucraina è molto più larga dell’Ucraina. Un primo segnale di sommovimenti che si profilano fuori dall’Europa arriva da un paese nostro dirimpettaio, la Libia. Attraverso il suo ministro degli Esteri, il governo di Tripoli ha convocato il diplomatico che rappresenta il presidente Abdel Fattah al Sisi e gli ha chiesto conto di dichiarazioni rese da alcuni media vicini al regime egiziano.