sito

storico

Archivio storico

                   5permille

   

 

 

di Antonella Mascali

Il Fatto Quotidiano, 2 marzo 2022

Carlo Renoldi, direttore del Dap in pectore, costretto a scrivere una lettera alla ministra Marta Cartabia, che lo ha scelto per guidare l’amministrazione penitenziaria.

Il gesto dell’attuale consigliere di Cassazione arriva dopo che il Fatto ha rivelato la notizia della sua nomina e ha riportato una serie di sue dichiarazioni passate che hanno provocato sconcerto tra i familiari delle vittime di mafia e tra alcune forze politiche: M5S, Lega e FdI. Renoldi nella lettera ci contesta, senza citarci, di aver “frainteso” sue frasi pronunciate a un convegno del 2020 e di averle “estrapolate”, pur avendo riportato fedelmente le sue dichiarazioni.

Le polemiche, di cui si “dispiace”, sono scoppiate perché in quell’occasione il magistrato aveva sostenuto che l’associazionismo antimafia è “arroccato nel culto dei martiri”, con riferimento a chi a differenza sua e della Consulta non ritiene giusto che l’ergastolo ostativo ai mafiosi non collaboratori vada allentato, così come il 41 bis. Ora Renoldi prova ad aggiustare il tiro: “Nessuno, men che meno io, può avere intenzione minimamente di sottovalutare la gravità del dramma della mafia, costato la vita a tanti servitori dello Stato. E non ho mai messo in dubbio neanche la necessità dell’istituto del 41 bis”.

Quanto all’ergastolo ostativo, ribadisce: “Le sentenze delle Alte Corti devono interrogarci su quali risposte dare. Il Parlamento lo sta facendo (obbligato dalla Consulta, ndr) alla ricerca di una strada per tenere insieme uno strumento ancora indispensabile, l’ergastolo e i principi dell’umanizzazione della pena”. Renoldi, però, trascura che l’ostativo riguarda ergastolani mafiosi non collaboratori. Glielo ricordano i parlamentari M5S in Commissione antimafia: “Crediamo che la nostra massima attenzione debba essere rivolta alle vittime e non a dare benefici ulteriori a chi si è macchiato di reati gravissimi. Le garanzie per i detenuti esistono, così come esistono i benefici per coloro che decidono di collaborare”.

Interviene anche il responsabile giustizia di Fdi, Andrea Delmastro: “Ci opporremo alla sua nomina anche nel culto dei martiri di mafia che tanto infastidiscono Renoldi”. Al fianco del giudice, invece, Andrea Costa, di Azione: “Renoldi viene attaccato da quelli del ‘marcire in galera’ o del ‘buttare la chiave’ per avere affermato ciò che è scritto in Costituzione e ribadito dalle pronunce della Consulta”. Ma la sorella di Giovanni Falcone, Maria, ringrazia “quelle forze politiche che con forza ribadiscono la necessità di difendere un’applicazione rigorosa del 41 bis e le conquiste ottenute nella lotta contro Cosa nostra”.